Bonino batte all’asta centodue opere dello scultore Toni Benetton – Ottiche Parallele magazine


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Il 20 marzo vendita all’asta di opere, quasi una antologica, che ripercorrono la carriera del maggior scultore veneto della seconda metà del novecento: dalla grafica di illustrazione alle prime sculture zoomorfe fino a quelle di dimensione monumentale.

“Benetton. Il ferro e l’anima”: il 20 marzo 2025 (prime seduta ore 18) Bonino Casa di Vendite (Roma, via Filippo Civinini 21-37) batte all’asta 102 opere di Toni Benetton: quasi una antologica, che ripercorre tutta la carriera dell’artista, dalla grafica di illustrazione e progettazione alle prime sculture zoomorfe, alle forme astratte, fino alle realizzazioni in dimensione monumentali per gli spazi urbani.

Toni Benetton, Apocalisse, 1968

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Toni Benetton, Apocalisse, 1968

Frutto di un lavoro di ricerca e studio durato due anni, l’asta ha l’intento di rivitalizzare la fama di Benetton come artista di respiro internazionale, in parallelo alle iniziative di vendita delle opere d’arte e d’antiquariato di Veneto Banca SpA in LCA, tra le quali alcune opere dell’artista.
L’asta si rivolge a un pubblico molto ampio: istituzioni museali specializzate in scultura, mercanti italiani e internazionali, proprietari delle grandi ville venete, collezionisti privati attenti alle evoluzioni del design del Novecento.
Toni Benetton (1910-1996) è il maggiore scultore veneto della seconda metà del novecento
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Prendendo le mosse, al contempo, dalla lezione purista ed espressionista di Arturo Martini e dalla tradizione del ferro battuto, Benetton esordisce a Treviso nel 1928 – ormai quindi un secolo fa – legandosi presto ai grandi nomi dell’umanesimo padano del ‘900, i designer-artisti da Giò Ponti a Bruno Munari, i poeti della vita interiore e sociale da Andrea Zanzotto a Giovanni Comisso, i politici con le mani sporche di olio e di terra come Tina Anselmi, gli studiosi che sentono l’arte come materializzazione della emozione da Giuseppe Marchiori a Franco Solmi e Luigina Rossi Bortolatto, gli architetti e gli urbanisti più innovativi, da Manlio Brusatin, a Carlo Scarpa e Giovanni Barbin. Al centro di una eccezionale fucina culturale, che ha proiettato l’artigianato nell’ingegneria e la scultura nell’urbanistica – attraverso soluzioni estremamente audaci, come la “Vela” (una enorme scultura sonora realizzata per essere mossa dal vento, posta di fronte all’ospedale di Treviso) –, Benetton ha partecipato a proiettare il Veneto nel mondo, fondando la “Accademia internazionale del ferro battuto”, nella settecentesca Villa Marignana, Mogliano, per decenni luogo di pellegrinaggio, alla porte di Venezia, di giovani artisti da tutto il mondo. Le sue opere sono state esposte presso prestigiose istituzioni, dalla Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf, all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, D.C., al Museum Beelden aan Zee a Scheveningen, fino allo Hakone Open-Air Museum a Tokyo. L’Italia gli ha reso omaggio nella 52ª Biennale di Venezia nel 1986.

Toni Benetton, Arco, 1964

Le opere
Fra le molte opere in asta – tutte certificate autentiche da Ada Allegro Benetton, vedova dell’artista – l’Apocalisse del 1967, con base d’asta pari a 16.000 euro. L’opera rappresenta una riflessione di Benetton sul tema religioso, ma anche civile, della “Apocalisse”. Destinata ad una collocazione in esterno, è realizzata assemblando tre sagome di figure sospese, ricavate da una lastra di ferro mediante taglio a caldo.
Adatta a una ubicazione in un parco o un giardino privato l’opera Arco1964, in ferro forgiato con interventi di taglio a fiamma ossidrica con base d’asta 14.000 euro. Arco, o meglio “Porzione di arco”, è occasione, per Benetton, di far percepire il bilanciamento tra la forza del forgiatore e quella del metallo. La massa, infatti, è ampia, ma non così tanto da sovrastare dimensionalmente l’osservatore. Anzi, nell’ottimale confronto visivo, consente la visione sia dell’intero sia dei dettagli impressi dai colpi di maglio. L’opera, che fa parte di una serie di ‘forme frammentate’, va messa in relazione con il Grande arco, realizzato nel 1965 ed oggi conservato al Museo Toni Benetton, in cui la forma arcuata è collocata in altezza, in cima ad un’asta.
Decisamente monumentale Forma plastica n. 1, 1960, che parte da una base d’asta di 20.000 euro, in ferro modellato a caldo, per un’altezza di quasi 3 metri. Osservando questa immagine si ha l’impressione di una lastra in rapido cammino verso di noi. L’osservazione dei tagli laterali mostra una stupefacente successione di segni che richiamano la leggerezza e le grinze del tessuto di tulle. In altra prospettiva, d’altra parte, le grandi superfici ricordano la luna, modellata dai meteoriti o il corpo di un pugile che barcolla crivellato di pugni. Questa è la più grande scultura di questa serie, sviluppata negli anni Sessanta, in cui la rigidità del metallo cede alla forza del calore e del maglio assumendo una forma viva, esito di un combattimento non tanto tra il metallo e lo scultore quanto tra la lastra e il calore.
Base d’asta di 60.000 euro per Albero fermato del 1968, in ferro tagliato a fiamma ossidrica, lungo ben 6 metri. Si tratta della più grande scultura orizzontale – di impianto non architettonico – realizzata da Toni Benetton. In effetti, può essere considerata una vera e propria sfida. Benetton, aveva fondato l’anno prima, nel 1967, l’Accademia Internazionale del Ferro, frequentata da studenti da tutto il mondo.

Toni Benetton mentre disegna

Totem n. 2del 1967, in ferro modellato a caldo, parte da una base d’asta 20.000 euro. Il totem è certamente una forma fondamentale nell’immaginario comune, che tuttavia Toni Benetton risulta aver affrontato, in dimensione monumentale, solo due volte, e mai con richiami ad animali o simboli sacrali. Il piatto di ferro viene sfrangiato di taglio e sottoposto a torsioni per ampliare al massimo l’incontro di ombra e luce, vuoto e pieno, mentre il corpo della scultura si slancia verso il cielo.
Sempre concepita per un grande giardino è Colonna, del 1982, lastra di ferro tagliata a fiamma ossidrica con base d’asta 30.000 euro. Ed è alle parole dello stesso Benetton che vogliamo affidare il senso dell’opera: “La mia scultura intitolata ‘Colonna’ parte da un cilindro. Io, su questo cilindro, senza distruggerlo come forma geometrica, ho praticato dei tagli, dei fori, sono intervenuto secondo la mia idea artistica. Ebbene, quello non è più un cilindro, ma è pur sempre un cilindro; in realtà al suo interno, proprio per effetto di quei tagli e di quei fori, si è prodotto un fenomeno nuovo. La luce, entrando attraverso quelle fessure crea un gioco di ombre e figure che prima non esistevano e che mutano continuamente secondo le ore della giornata e l’inclinazione del sole. (…) Pensa ora a quel cilindro in dimensioni enormi: la torre Eiffel, per esempio. E dentro scale per salire fino alla vetta. E pensa infine alle figure magiche, mutevoli, che si proiettano all’interno della sua superficie tonda.” (F. Battacchi, testi di, “Toni Benetton. Il genio del ferro”, Stia, 2000, p. 86).

Toni Benetton al lavoro

Probabilmente l’opera più stupefacente tra quelle in asta è la Grande molla, lotto 84, base d’asta 60.000 euro. Attraverso una serie di calcoli molto complessi, l’artista realizza una scultura che, sollecitata dall’uomo senza fatica, incomincia a vibrare fino a che gli elementi si scontrano producendo un suono simile alle campane. Per un breve periodo – da pochi secondi a qualche minuto – l’opera è in una sorta di stasi mobile, per cui i suoni si generano inattesi: la stessa misura delle pause non è facilmente prevedibile essendo gli accordi creati dallo scontro alternativo di qualsiasi dei quasi 20 elementi. Qui Benetton si ricollega sia al tema della produzione industriale, affidando al sovrapporsi di lamine rugginose in forma di triangoli la costruzione del suo strumento, sia agli esiti della musica classica moderna, da Schoenberg, a Nono, Berio, Cage e Xenakis. Le pause diventano suono, il suono diventa materia, non c’è più distanza tra natura, atto volontario e caso. Nel 1986, durante una esposizione a Castelfranco, il violoncellista Mario Brunello improvvisò di fronte alle telecamere RAI l’accompagnamento alla musica della “Molla” azionata da Toni Benetton.
Tuttavia l’artista ha una produzione meno monumentale per gli interni, fatta di bozzetti, piccole ma memorabili opere in ferro, come Fiori, 1957, in acciaio armonico e terracotta, con base d’asta 2.000 euro. Con la serie dei Fiori Fili d’Erba, a cui l’opera appartiene e che richiama strettamente i “mobiles” di Calder, nel 1957 l’artista ottenne il primo premio alla II Triennale del Bureau des Arts di Parigi e, sempre a Parigi, la medaglia d’oro da parte dell’I.C.E. (Istituto per il Commercio Estero). Nello stesso anno, la serie fu esposta anche alla XI Triennale di Milano, dove Benetton ottenne un’altra medaglia d’oro. Una scultura del 1959, Verso lo spazio, lotto 40, base d’asta 1.400 euro, mostra invece la stessa idea dello sfondamento della superficie, verso l’Altro, che Lucio Fontana contemporaneamente persegue nella scultura.

Molto note sono le sintesi animali di Toni Benetton, di cui diversi esemplari sono presenti in asta. Fra tutte Torodel 1955, in ferro modellato a caldo, una delle prime sintesi animali dell’artista, che l’ha ricavata tramite forgiatura da un blocco di ferro pieno. In questa fase, Benetton produce per i suoi committenti oggetti artigianali ricercati sul piano estetico: tenendo conto del peso, si può supporre che l’oggetto sia stato ideato come fermaporta o fermalibriBase d’asta 500 euro.In diversi lavori, Benetton impiegò i sassi del fiume Piave. L’artista era sempre interessato al significato delle strutture. Riflettendo sul rapporto tra scultura e basamento decise di invertire la formula: in Sasso IIIdel 1970 il ferro sostiene il sasso. La soluzione tecnica è di grande interesse anche perché conferisce movimento al sasso, cambiandone in questo senso lo status da statico a dinamico. Il gioco risulta raffinato anche dal punto di vista del calcolo per conseguire il bilanciamento e la stabilità dell’opera. Base d’asta 1.000 euro.

CATALOGO ON LINE

INFORMAZIONI:
Casa di Vendite Claudia Bonino
Roma, Via Filippo Civinini 21 – 37
Tel 068075228
Mail: info@bonino.us – info@goforarts.com
www.goforarts.com



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